Cari Professori
per capire cosa si prova ad essere un ragazzo/a DSA, bisogna provarlo in prima persona, non è qualcosa che si può improvvisare, con noi bisogna avere un metodo specifico.
È compito dello studente impegnarsi nello studio e a scuola, ma ancor più importante è la condizione in cui esso lavora, perciò è importante per il docente tutelare e proteggere i propri alunni affinché si sentano a proprio agio all’interno dell’ambiente scolastico.
Sono una ragazza dislessica che ha combattuto con questa difficoltà per tutti questi anni, non volevo sentirmi diversa perché ormai al giorno d’oggi diversità significa qualcosa da evitare. Quando sei piccolo inizi ad avere la consapevolezza che, ci sia qualcosa che non va in te e ti senti sbagliato, gli insegnanti non capiscono perché fai così tanta difficoltà a fare le cose, o il fatto che per fare dei semplici esercizi ti ci voglia il doppio del tempo e non comprendendolo a pieno, sono portati a classificarti come un fannullone. Molto spesso per stimolarmi le maestre tentavano di porgermi un aiuto, ma al contempo era come se mi stessero dando una mano ad affogare, facendomi sentire diversa e sbagliata, un peso per tutti cosa che mi ha portato ad eliminare molti ricordi riguardanti la mia infanzia e aumentare la rabbia senza avere la consapevolezza della reale provenienza di questo sentimento.
Con la scoperta del centro mi hanno insegnato cosa significava essere dislessica e di non vergognarmi nell’esserlo, che non ero io sbagliata ma l’approccio degli altri,. Grazie al loro intervento ho appreso dei metodi di studio creati apposta per la mia persona e per le mie difficoltà, dal non saper leggere perché era troppo difficile sino ad amare i libri e diventare una appassionata lettrice.
Piano piano sono riuscita a trovare un equilibrio, provando una sorta di benessere e sicurezza all’interno della classe in cui ero e con gli stessi insegnanti che seppur alle prime armi hanno cercato di mettersi nei miei panni e aiutarmi e fare del loro meglio. Questi traguardi sono stati raggiunti grazie a molte persone che hanno lavorato tanto per me, ma il senso di essere fuori luogo continuava a persistere sempre e comunque.
Le cose entrando al liceo si sono complicate, ero ancora infantile e mi preoccupavo del giudizio degli altri,mi sentivo ancora diversa per il fatto di avere strumenti che mi facilitavano in molti compiti. Per i primi due anni dopo aver spiegato bene la situazione ai professori sono stata ben accettata e supportata da programmi specifici per il mio percorso didattico, i miei compagni di classe non facevano più di tante domande ogni tanto li beccavo a tirarmi delle occhiatine ma non mi importava ero tranquilla, stavo imparando a non sentirmi così diversa e fuori posto ad accettare le mie difficoltà perché non ero un mostro, mi ferivo come tutti, mangiavo e dormivo proprio come un essere umano, le verifiche facilitate e le interrogazioni programmate non erano un peso anzi, mi rendevano calma.
I problemi sono iniziati in terza cambiando classe e professori, parlando con la coordinatrice mi era stato detto che aveva già avvisato tutti i professori di me e del mio programma da DSA ma la maggior parte dei prof continuava imperterrita a non applicare il PDP, quindi ad interrogarmi quando volevano anche 3 materie in un giorno, le verifiche erano uguali a quelle di tutti gli altri con la stessa quantità di risposte e lo stesso tempo, tanto che mi ritrovavo a non concludere praticamente nessuna prova e a prendere voti bassi, gli stessi errori di ortografia venivano segnati pesantemente con anche battutine ironiche e questo ha provocato in me una rabbia tale che mi ha spinta anche oltre le mie capacità sia fisiche che mentali. Ho sempre avuto il brutto vizio di dare tutto ciò che ho, per paura di deludere.
Poi ho compreso che l’essere trattata come gli altri mi stava consumando ero continuamente stanca e studiavo tutti i giorni, cercavo di chiedere aiuto e non mi veniva dato, i i miei voti calavano e la mia paura aumentava cominciavo a fare assenze perché più andavo a scuola più cadevo in una depressione tale da incolpare me stessa dei miei stessi risultati, ero allo stremo delle forze, tanto che si sono aggiunti dolori fisici che peggioravano la situazione che oramai mi era sfuggita di mano.
Volendo essere autonoma perchè ormai ero grande non chiedevo aiuto a nessuno fino a quando la situazione non si faceva veramente critica e disperata e sono intervenuti sia il centro che i miei genitori. Quello che poi mi fu riferito dopo la riunione mi fece ridere e amareggiare allo stesso tempo, si erano tutti dimenticati che fossi una DSA perché secondo loro ero troppo brava e silenziosa non lo sembravo certo perché gli insegnanti vedevano ciò che appariva, non sapevano quanto ormai l’ansia mi avesse mangiata oppure quanto tutto quello che spiegavano non lo riuscissi a comprendere realmente, che era sempre più faticoso andare a scuola.
Odiavo la scuola e odiavo il mio corpo che ormai era al limite, tra mal di testa e mal di pancia. Sono arrivata al quinto anno in queste condizioni, i professori ormai erano consapevoli delle mie difficoltà e alcuni avevano preso precauzioni, altri continuavano per la loro strada, perché secondo loro dovevo allenarmi per l’esame di maturità cosa con cui concordavo, ma allo stesso tempo provavo un profondo dissenso, poiché trovandomi anche con 3 interrogazioni in un giorno era complicato. L’ortografia non era valutata da tutti, ma da altri si e la scusa era sempre la stessa: mi sono dimenticato/a perché sei troppo brava!
Io non ho mai smesso di studiare, spesso mi dicevo : non mollare, perché dovevo dimostrare qualcosa a qualcuno, dopo un po’ più studiavo e meno ottenevo, e mi sembrava sempre premiato chi non faceva nulla o molto meno di me, era sempre più difficile mantenere il passo tanto che ogni giorno a fine scuola andavo a studiare e ripassare da dei compagni, se a scuola non capivo dovevo per forza farlo in un altro modo.
Più trascorrevano i mesi e più cercavo di approcciarmi con alcuni docenti e più venivo fraintesa, credevano che volessi usare le mie agevolazioni per oziare, quando in fin dei conti avevo sempre dato il massimo, il risultato fu che ad un certo punto sono diventata svogliata nei confronti dei professori e dello studio volendo solo uscire da quella scuola.
Con i miei compagni non c’erano problemi, cercavamo di aiutarci a vicenda, e certi insegnanti mi hanno dato una mano e mi hanno sostenuta fino alla maturità, facendo silenziosamente il tifo per me e perciò sarò loro infinitamente grata.
Quello che non sono riuscita a chiedere ai miei professori ma che chiedo ad altri, è di non essere indifferenti con chi ha difficoltà, voi siete quelli che hanno un impatto decisivo nelle nostre vite, se abbiamo bisogno di una mano o ci vedete in difficoltà, porgeteci un attenzione in più anche se non è sempre facile: molti di noi sapranno stupirvi ed essere riconoscenti di tutta la fiducia che ci avete dato, non siamo stupidi, riusciamo a comprendere abbiamo un cervello ed orecchie anche noi siamo solo un po’ più lenti ad immettere informazioni, odiamo essere trattati in modo diverso perché non vogliamo esserlo ma allo stesso tempo ne abbiamo tanto bisogno e proprio voi dovete farci capire che noi non siamo sbagliati siamo pari ai nostri compagni.
Certo noi studenti dobbiamo imparare a cercarvi ad abbassare le difese per non finire in una situazione ormai non più salvabile, noi vi verremo incontro quindi ve ne prego fatelo anche voi.
Voi avete un potere molto importante che può lasciare impronte negative o positive su un ragazzo, siate aperti ai cambiamenti quando vi vengono proposti e prendetevi cura dei vostri alunni, tutelateli come potete, l’essere ignorato può portare alla distruzione dell’autostima delle persone e la soddisfazione di essere riusciti a capire e aiutare qualcuno è impagabile.
Ci affidiamo a voi per trovare un porto sicuro.
Ringrazierò sempre il centro che mi ha seguita per 13 anni, insieme alla mia famiglia, e quegli insegnanti che mi hanno sempre sostenuta, per merito di tutti loro sono riuscita ad arrivare fino a questo punto.
Ora vado a studiare per i test d’ingresso perchè mi aspetta una nuova avventura all’università!
Buon inizio di anno scolastico a tutti voi e che sia un nuovo inizio!
Cecilia
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